ARTICOLICONTRIBUTIDelitti contro il patrimonioDIRITTO PENALEParte specialeTesi di laurea

Il reato di riciclaggio: prospettive de iure condito e de iure condendo (Tesi di laurea)

Prof. Relatore: Maurizio Riverditi

Ateneo: Università degli Studi di Torino

Anno accademico: 2013/2014

L’elaborato propone un’analisi del fenomeno del riciclaggio dei proventi illeciti (denaro o altre utilità), come delineato nell’ordinamento penale attuale dall’art. 648 bis c.p., nelle sue diverse fasi e forme di manifestazione; inoltre sono dedicati alcuni cenni al rapporto intercorrente con la fattispecie di “reimpiego” di cui all’art. 648-ter c.p., limitatamente alle questioni di diritto più rilevanti. L’analisi vuole, da un lato, far emergere le crescenti proporzioni del fenomeno criminale del riciclaggio-reimpiego e riflettere, d’altro canto, sui nodi interpretativi di carattere giuridico che l’attuale formulazione porta all’attenzione degli operatori.

Nella prima parte dell’elaborato, dopo un’introduzione storica dell’evoluzione normativa in materia, si affrontano i profili strutturali della fattispecie, ponendo a confronto le tesi della dottrina e della giurisprudenza sulle questioni più controverse. Si pone poi particolare attenzione alle modalità – molteplici e atipiche – con cui avviene il riciclaggio ed ai soggetti coinvolti in questo procedimento: da quelli preposti alla raccolta dei proventi illeciti dei reati presupposto agli incaricati della loro collocazione sul mercato finanziario per la “ripulitura” vera e propria e per la loro integrazione nel circuito dell’economia lecita.

Nella seconda parte dell’elaborato si propone una riflessione, de jure condendo, sulle prospettive di revisione e di integrazione dell’attuale  fattispecie delittuosa, con particolare riguardo alle istanze riformatrici che vedono nella mancata punibilità del c.d. “autoriciclaggio” una lacuna importante dell’ordinamento interno, nella misura in cui non si prevede alcuna sanzione, per il reato di riciclaggio, eventualmente commesso dall’autore del reato presupposto. Sul punto, già da tempo, la dottrina si confronta muovendo da considerazioni circa la natura del bene giuridico tutelato dagli artt. 648 bis e ter: questo, infatti, non sarebbe più soltanto individuabile – come si è a lungo ritenuto – sic et simpliciter nel patrimonio della persona offesa, dovendosi piuttosto ricondurre al generale bene dell’economia pubblica. In questo senso le proposte di riforma, alcune delle quali avanzate dalle Commissioni Greco e Fiandaca, del Ministero della Giustizia, nonché da altri gruppi di studio nominati in seno alle istituzioni, si indirizzano verso forme di rielaborazione della fattispecie di riciclaggio tra loro differenti, che vengono puntualmente esaminate e commentate. A queste si aggiungono le molteplici proposte avanzate in questi anni dal Parlamento ed oggetto, anche in tempi recentissimi, di dibattito all’interno delle istituzioni, con la finalità di apportare alcuni correttivi che restituiscano effettività e proporzionalità alla risposta sanzionatoria.

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