La violenza di genere: attività di contrasto e prevenzione nel territorio dell’Unione Pedemontana Parmense (Tesi di laurea)
Relatore: Prof.ssa Giovanna Laura De Fazio
Ateneo: Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
Anno accademico: 2013/2014
Il presente lavoro viene svolto con l’interesse di affrontare un argomento di forte attualità, ma dalle origini antiche: la violenza nei rapporti tra le persone, nell’aspetto che di consuetudine viene inteso come violenza di genere. In tale contesto si parla di “genere” in quanto le statistiche rivelano come la violenza sia la prima causa di morte delle donne di età compresa tra i 20 e i 60 anni e di come questi crimini siano consumati principalmente tra le mura domestiche o per mano di fidanzati, ex mariti o conoscenti. Lo studio ha cercato, innanzitutto, di rappresentare quelle che sono le origini storiche e sociali del fenomeno e di come molto spesso le cause di natura culturale assumono un ruolo distintivo della violenza nei confronti delle donne all’interno della società.
Tale ricerca ha permesso di comprendere come tale problema sia da sempre presente all’interno di qualunque comunità, tale da costituirne parte integrante. Gli ostacoli che limitano oggi, come in passato, la libertà della donna sono rappresentati da stereotipi di natura culturale, in grado di rilegare quest’ultima in una posizione di inferiorità e dipendenza, in un contesto di vera e propria sopraffazione maschile. In tale ottica, ho proceduto ad analizzare le caratteristiche delle condotte poste in essere nei confronti delle vittime, delineando le varie forme di violenza, le conseguenze dalle stesse patite, nonché il profilo degli autori dei maltrattamenti tenendo conto dei fattori di rischio che molto spesso incidono sui loro comportamenti.
Nella seconda parte della tesi, ritenendo che la violenza di genere sia anche il prodotto di uno squilibrio normativo, in grado di generare una vera e propria asimmetria all’interno della società ho analizzato l’evoluzione giuridico legislativa sul tema. Sotto tale aspetto, è stato possibile riscontrare come il profondo ritardo nell’affrontare tale problematica, abbia favorito la violenza all’interno dei meccanismi normativi anziché garantire a tutte le persone il pieno godimento dei propri diritti.
Il terzo capitolo è dedicato ai Centri antiviolenza, soggetti istituiti come associazioni e gestiti da sole volontarie, che nonostante non godano né di un supporto economico, né giuridico adeguato da parte dello Stato, hanno rivestito un ruolo fondamentale, sia sul piano del mutamento culturale che su quello della tutela e protezione delle vittime. Particolare attenzione viene rivolta al centro operante nella Provincia di Parma, proprio grazie all’analisi delle statistiche riferibili alla sua attività è possibile raffigurare l’andamento e la situazione della violenza di genere all’interno del territorio in questione, rappresentando le criticità e l’andamento evolutivo del fenomeno. L’impegno a livello locale, ha permesso al centro, attraverso la collaborazione con gli altri soggetti istituzionali, di diventare negli anni il fulcro dell’attività di prevenzione e di lotta alla violenza e di attivare specifici strumenti di solidarietà, supporto e consulenza alle donne sottoposte a maltrattamenti.
Nella medesima partizione, sempre in ambito locale, intendo affrontare il ruolo della Polizia municipale dell’Unione Pedemontana Parmense, ente nel quale presto servizio e che, in linea con il protocollo d’intesa siglato nel 2009 presso la Prefettura di Parma, ha istituito al suo interno il Nucleo sicurezza urbana e sociale specializzato ad intervenire in contesti di violenza esercitata nei confronti di donne e minori.
In tal senso, con il quarto capitolo intendo descrivere ed analizzare un caso di stalking affrontato dal nucleo stesso, il quale oltre a rivestire peculiari caratteristiche per il contesto, circostanze, caratteristiche dell’autore e della vittima, dimostra come l’azione di prevenzione e contrasto alla violenza di genere debba essere quotidiana, e di come solo attraverso un costante e attento monitoraggio è possibile intervenire in modo incisivo e favorevole per la vittima.