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G8 di Genova: Bolzaneto, depositate le motivazioni della Cassazione

Gli scontri durante il G8

Pubblichiamo, in considerazione dell’interesse mediatico della vicenda, le 110 pagine di motivazioni della sentenza della Suprema Corte di Cassazione sulle violenze accadute nella caserma di Bolzaneto durante i giorni del G8 di Genova del 2001.

La vicenda è tristemente nota: nei giorni successivi al G8 le persone fermate e arrestate nei giorni precedenti furono in gran parte condotte nella caserma di Genova Bolzaneto, che era stata approntata come centro per l’identificazione dei fermati, venendo poi trasferite in diverse carceri italiane.

Secondo il rapporto dell’ispettore Montanaro, frutto di un’indagine effettuata pochi giorni dopo il vertice, nei giorni della manifestazione transitarono per la caserma 240 persone, di cui 184 in stato di arresto, 5 in stato di fermo e 14 denunciate in stato di libertà, ma secondo altre testimonianze di agenti, gli arresti e le semplici identificazioni furono quasi 500.

In ogni caso, in numerosi casi i fermati accusarono il personale delle forze dell’ordine di violenze fisiche e psicologiche e di mancato rispetto dei diritti degli imputati quali quello a essere assistiti da un legale o di informare qualcuno del proprio stato di detenzione; gli arrestati riferirono inoltre episodi di tortura.

Il 5 marzo 2010 la Corte di appello di Genova, ribaltando la decisione di primo grado, emise 44 condanne per i fatti di Bolzaneto e, nonostante l’intervenuta prescrizione, condannò gli imputati a risarcire le vittime.

Lo scorso 14 giugno la quinta sezione della Corte di Cassazione aveva emesso 7 condanne definitive, 33 prescrizioni e 4 assoluzioni.

Oggi si conoscono anche le motivazioni.

“Nei giorni successivi al G8” – si legge nella sentenza – il “clima” fu quello di un “completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto. Furono negati cibo e acqua, fu vietato loro anche di andare in bagno e dovettero urinarsi addosso. Un “trattamento gravemente lesivo della dignità delle persone”.

Redazione Giurisprudenza Penale

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