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Stupefacenti: il mero superamento della soglia non basta a provare lo spaccio

Cassazione Penale, Sez. VI, 7 novembre 2013 (ud. 23 ottobre 2013), n. 44881
Presidente Agrò

Depositata il 7 novembre scorso la pronuncia numero 44881 della sesta sezione in tema di stupefacenti.

La Suprema Corte, in particolare, ha annullato la sentenza d’appello che aveva confermato la condanna per il reato previsto dal D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, comma 5, per avere l’imputato illecitamente detenuto g. 28 di hashish (127 dosi medie singole).

Ricorreva in Cassazione l’imputato denunciando erronea applicazione della legge penale, perchè il giudice di merito aveva ritenuto provata la destinazione allo spaccio di parte della sostanza detenuta, in base al solo dato ponderale, in assenza di altri elementi indicativi di quella destinazione.

In motivazione i giudici hanno ricordato come più volte sia già stato affermato il principio secondo cui il superamento dei limiti massimi indicati nel decreto ministeriale cui fa riferimento il D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, comma 1 bis, lett. a), non costituisce una presunzione, assoluta o relativa, in ordine alla destinazione della sostanza stupefacente a un uso non esclusivamente personale, dovendo il giudice globalmente valutare, sulla base degli ulteriori parametri indicati dalla norma, se le modalità di presentazione e le altre circostanze dell’azione siano tali da provare la destinazione illecita della sostanza detenuta.

Proprio applicando questo principio deve osservarsi che, nel caso caso di specie, l’imputato è “soggetto notoriamente tossicodipendente” – affetto da tetraplegia – che si presenta come forte consumatore di hashish, usato spesso anche come antidolorifico: non appare dunque inverosimile che egli detenesse nella sua abitazione una scorta di droga in quantità superiore alla soglia massima prevista per farne uso personale.

In conclusione, questo il principio di diritto affermato nella pronuncia in rassegna: il mero superamento del valore-soglia non appare sufficiente a provare la destinazione allo spaccio.

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Redazione Giurisprudenza Penale

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