Dolce & Gabbana: la sentenza della Corte di Appello di Milano
I giudici della Corte d’appello di Milano hanno confermato la condanna per evasione fiscale nei confronti di Domenico Dolce e Stefano Gabbana.
In primo grado, lo scorso giugno, la condanna era stata di un anno e otto mesi, ora i giudici della Corte di Appello hanno condannato i due imputati a un anno e sei mesi.
Dolce e Gabbana erano imputati, insieme ad altre quattro persone, per una presunta evasione fiscale su un imponibile di circa 200 milioni di euro realizzata, secondo l’accusa, con un’operazione di “estero-vestizione” di una società del gruppo.
La vicenda processuale aveva fatto molto discutere nei giorni scorsi quando il sostituto procuratore Gaetano Santamaria Amato, nella sua requisitoria, aveva chiesto la assoluzione nei confronti dei due imputati: secondo il magistrato si sarebbe trattato di un’operazione “perfettamente lecita” compiuta da “un grande gruppo industriale presente nel mondo che, nel 2004, pensa in grande e decide di trasferirsi nel Paese con la Borsa più vivace in Europa, il Lussemburgo”.
“È vero – aveva ammesso il pubblico ministero nella sua requisitoria – che col trasferimento in Lussemburgo gli stilisti sono passati da una tassazione del 45 per cento ad una del 4 ma, se come cittadino e contribuente italiano posso indispettirmi per questo risultato, come operatore della legge devo spogliarmi da ogni pregiudizio”.
Di diverso avviso, però, i giudici della seconda sezione della Corte di Appello che hanno condannato i due imputati.