ARTICOLICONTRIBUTIDelitti contro il patrimonioDIRITTO PENALEParte speciale

Art. 648-ter.1 c.p.: breve analisi degli elementi costitutivi della fattispecie di autoriciclaggio e criticità ad essi collegate.

Nel contributo l’Autrice approfondisce gli elementi costitutivi della nuova fattispecie di autoriciclaggio di cui all’art. 648-ter.1 c.p. soffermandosi, in particolare, sulle criticità relative al delitto-presupposto e sulle problematiche di diritto intertemporale.

La disposizione, introdotta dalla legge 15 dicembre 2014, n. 186, punisce con la reclusione da due a otto anni e con la multa da euro 5.000 a euro 25.000 chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa.

A prescindere dal suo ingresso e dal suo legame con la voluntary disclosure, l’autoriciclaggio è fattispecie da inserire nell’ambito dell’attività di repressione della criminalità economica. Come noto, infatti, l’attività criminale in campo economico ha visto nel tempo mutare il suo aspetto: non è più alimentata solo ed esclusivamente dalle forme di associazione criminale organizzata, bensì dall’intreccio del ruolo di queste ultime con i canali del sistema economico in senso lato (imprenditoriale, finanziario, bancario), con il risultato che oggi, ed in misura sempre più crescente, la quasi totalità dei circuiti economici subiscono “iniezioni” di capitali provenienti da attività illegali di vario genere, le quali vanno inevitabilmente ad alterare le regole della concorrenza e del mercato.