Dagli Opg alle nuove residenze per i sofferenti psichici autori di reato (Tesi di Laurea)
Prof. relatore: Franco Della Casa
Ateneo: Università degli studi di Genova
Anno accademico: 2015-2016
La tesi nasce dal desiderio di approfondire la disciplina italiana relativa alla cura e custodia degli infermi di mente autori di reato.
La tematica della ricerca è molto attuale, in quanto la legge 81/2014 ha di recente previsto la definitiva chiusura dei sei ospedali giudiziari italiani, a partire dal 31 marzo 2015. La cura degli infermi di mente autori di reato verrà realizzata in nuove strutture create ad hoc, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Questi complessi verranno concepiti secondo un’ottica opposta al passato, in quanto al loro interno opererà esclusivamente del personale sanitario e la polizia penitenziaria verrà estromessa dal qualsiasi compito.
La nuova normativa apporta notevoli novità al sistema italiano, in quanto esso nel passato era strutturato in modo da perseguire esclusivamente il fine della custodia degli internati. Il legislatore, consapevole delle degradanti condizioni in cui versavano gli ospedali psichiatrici, non solo stabilisce la sanitarizzazione della misure di sicurezza personali detentive quali il ricovero in Rems, bensì ne prevede l’applicazione in via residuale. Il principio di extrema ratio implica che il ricovero potrà essere disposto dall’autorità giudiziaria solo se risulta essere l’unico strumento in grado di far fronte al rischio di recidiva del soggetto interessato.
Il legislatore sulla carta diventa certamente portatore di uno spirito innovatore lodevole. La tesi analizza tuttavia alcune problematiche relative alla nuova normativa. La disciplina di riferimento relativa alla gestione del reo infermo di mente autore di reato risulta essere inalterata. Le disposizioni dell’ordinamento penitenziario e il suo regolamento di esecuzione non sono state ancora modificate, perciò sorgono dei contrasti di intenti e di principi tra l’antica e la nuova disciplina. Nei capitoli finali della tesi si tenta di spiegare perché sia più conveniente approvare un nuovo regolamento, autonomo rispetto all’ordinamento penitenziario, per definire in modo unitario il modo di operare delle Rems. Si propone inoltre l’introduzione di nuove disposizioni, ispirate ad esempio al sistema di licenze previsto nel testo unico sulla droga (D.p.r. 309/1990), capaci di innovare il sistema e di essere applicate efficacemente nelle Rems.
L’analisi di chi scrive cerca di mantenere una visione ancorata all’aspetto pragmatico della questione. Questo indirizzo è stato reso possibile a seguito della visita realizzata nella Rems di Casale di Mezzani vicino a Parma.
Questa tesi si sviluppa in quattro capitoli. I primi due si concentrano sull’analisi da un punto vista storico della storia degli Opg e delle tappe legislative che hanno portato alla chiusura delle Rems. Gli ultimi due capitoli includono gli aspetti di ricerca della tesi, valutando quali siano le problematiche astratte e pratiche della nuova disciplina. Vengono proposte delle soluzioni su tali questioni e si avanzano delle ipotesi riguardo le modalità più consone a garantire un’efficace gestione delle Rems.