Omicidio Yara: la sentenza della Corte d’Assise di Bergamo
Corte di Assise di Bergamo, 27 settembre 2016 (ud. 1 luglio 2016)
Presidente Dott.ssa Bertoja
Pubblichiamo, in considerazione dell’interesse mediatico della vicenda, le motivazioni della sentenza pronunciata dalla Corte di Assise di Bergamo nei confronti di Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Gli esiti delle indagini genetiche sul dna – si legge in sentenza – «in considerazione dell’elevato numero di ricorrenze statistiche, tale da rendere infinitesimale la possibilità di errore, hanno natura di piena prova e non di mero elemento indiziario»: l’attribuzione del profilo di “ignoto 1” all’imputato si pone «in termini di certezza e il rinvenimento del suo dna in prossimità di una delle lesioni da taglio è la prova non solo che egli è entrato in contatto con la vittima, ma che è l’autore dell’omicidio».
«Stimata in sette miliardi la popolazione mondiale – ha affermato la Corte – per trovare un altro individuo, oltre a Massimo Bossetti, con le stesse caratteristiche genetiche sarebbero necessari centotrenta miliardi di altri mondi uguali al nostro, ossia un numero di persone nettamente superiore non solo alla popolazione mondiale attuale, ma anche a quella mai vissuta dagli albori dell’umanità».