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Caso Contrada: la requisitoria della Procura Generale presso la Corte di Cassazione

Pubblichiamo – ringraziando il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione Ciro Angelillis per averla messa a disposizione della Rivista – il testo della requisitoria pronunciata nell’ambito del ricorso per Cassazione presentato da Bruno Contrada avverso la decisione con cui la Corte di Appello di Caltanissetta, il 18 novembre 2015, aveva rigettato la richiesta di revisione (clicca qui per accedere alle motivazioni della Corte di Appello) presentata a seguito della sentenza con cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (clicca qui per accedere alla sentenza) aveva ritenuto che la condanna di Bruno Contrada violasse il principio della ‘prevedibilità della decisione giudiziaria’ (principio a sua volta connesso con quello di legalità) in considerazione del fatto che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è «il risultato di una evoluzione giurisprudenziale iniziata verso la fine degli anni ottanta e consolidatasi nel 1994 con la sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione del 5/10/94, ‘Demitry’ e che l’addebito riguarda episodi relativi ad un periodo tra il 1979 e il 1988, in cui il diritto vivente non si era ancora cristallizzato con l’intervento delle Sezioni Unite penali».

La sentenza della Corte di Cassazione (Cass. Pen., Sez. V, 27 febbraio 2017, ud. 20 gennaio 2017, n. 9439) è stata di inammissibilità del ricorso a causa di rinuncia allo stesso da parte di Bruno Contrada.

Redazione Giurisprudenza Penale

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