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Young victims and young offenders. Prevention and intervention within families and institutions (Venezia, 20-22 giugno 2018)

Dal 20 al 22 giugno 2018 si svolgerà la sesta edizione del Congresso europeo organizzato dall’European Association for Forensic Child & Adolescent Psychiatry, Psychology & other involved professions (EFCAP) e che quest’anno avrà per titolo “Young victims and young offenders. Prevention and intervention within families and institutions”.

Il Congresso si svolge ogni due anni in una città europea preselezionata; l’edizione 2018 se l’è aggiudicata l’Università IUSVE con sede a Venezia Mestre.

L’occasione risulta particolarmente interessante in quanto vedrà la partecipazione e il confronto dei più importanti esperti del settore a livello internazionale.

L’ambito minorile rappresenta un ambito del tutto particolare in merito alle questioni relative alla psicologia e alla psichiatria in ambito forense. Le ragioni di detta particolarità sono da ricercare nel particolare “oggetto” (o meglio, soggetto) di studio, vale a dire il minore, e nel particolare contesto nel quale egli si viene a trovare, vale a dire, appunto, l’ambito forense (minorile).

L’ambito psico-giuridico, assieme all’ambito psichiatrico-forense, rappresenta un’interfaccia tra mondi apparentemente molto distanti tra loro, vale a dire il mondo della psicologia/psichiatria e il mondo del diritto. In realtà tale distanza è soltanto apparente, in quanto entrambi i mondi si occupano, tra l’altro, del comportamento umano, uno in termini di comprensione e l’altro in termini di valutazione. A tal fine è necessario un linguaggio che accomuni tutti i professionisti del settore, in modo che il professionista della psiche sia in grado di cogliere le differenze tra un approccio squisitamente clinico/terapeutico e un approccio che, invece, avrà ripercussioni inevitabili (anzi, volute) anche nel mondo del diritto; dall’altra parte è necessario che i professionisti del diritto conoscano le questioni fondamentali di carattere psicologico e psichiatrico (in particolare per quanto riguarda soggetti minori) al fine di cogliere le diverse iridescenze e sfumature che un professionista della psiche presenterà, ad esempio, all’interno di un elaborato consulenziale.

I diversi sistemi giuridici (almeno quelli occidentali) hanno come obiettivo la tutela del soggetto minore, non soltanto quando vittima ma anche quando autore di reato. Il sistema penale minorile italiano, in particolare, è improntato fortemente su aspetti di carattere rieducativo e riabilitativo, a differenza del sistema penale per adulti nel quale l’aspetto rieducativo rappresenta solo uno degli obiettivi della pena, assieme all’aspetto retributivo e preventivo.

L’ambito minorile (e il conseguente processo minorile) si contraddistingue per questo approccio di tipo educativo, un approccio che ha come obiettivo il reinserimento sociale del minore autore di reato scongiurando, ove possibile, il rischio di etichettamento dovuto al transitare del minore all’interno del circuito penale. Per questa ragione il sistema penale minorile italiano prevede istituti quali il perdono giudiziale, la sospensione del processo e la messa alla prova, l’assoluzione per irrilevanza del fatto, percorsi di mediazione penale, tutti incentrati su aspetti di carattere rieducativo e non punitivo.

Dal punto di vista vittimologico, poi, la vera sfida consiste nel contemperare le esigenze rieducative per il minore autore, con le esigenze riparative e “di giustizia” per la vittima del reato (adulto o minore che sia). La ricerca di questo equilibrio impegna, ormai da diversi anni, i più importanti professionisti del settore nella convinzione che solo attraverso il raggiungimento di detto equilibrio si potrà parlare di Giustizia con la “g” maiuscola.

Gli ambiti psico-giuridico e psichiatrico-forense minorile hanno come obiettivo quello di creare una collaborazione tra i diversi professionisti, collaborazione finalizzata all’applicazione di quel particolare modello di giustizia che è stato definito “riparativo” e che ha per obiettivo, come detto, quello di limitare il più possibile i danni subiti dalle vittime di reato attraverso attività poste in essere, in alcuni casi, dagli autori stessi, attività finalizzate alla limitazione del danno subito e, allo stesso tempo, alla rieducazione del minore autore. Se, infatti, la mediazione penale in ambito adulti nasce ed è stata prevista, fondamentalmente, come strumento a disposizione della vittima e finalizzato alla limitazione del danno da essa subito, in ambito minorile la ratio della mediazione è anche quella di offrire un’occasione in più al minore autore di reato, un’alternativa al classico percorso giudiziario e carcerario.

Il Congresso intende affrontare tutte queste tematiche, dunque intende occuparsi sia del minore autore che del minore vittima di reato, nella convinzione che entrambi i ruoli occupati nella diade criminale meritino attenzione e interventi specifici da diversi versanti e da diversi professionisti. Si tratterà, quindi, di questioni legate alla prevenzione, questioni che interrogano e coinvolgono sia le famiglie che le istituzioni, come sottolineato nel sottotitolo del Congresso.

I principali argomenti che verranno affrontati riguarderanno, appunto:

  • la prevenzione del disagio psico-sociale, inteso sia quale disagio che potrebbe rappresentare una predisposizione criminogena per il minore, ma che potrebbe rappresentare, allo stesso tempo, anche una predisposizione vittimogena.
  • la vittimizzazione, intesa quale percorso che una vittima compie e che la porta a divenire tale, ma intesa anche come percorso di uscita dalla situazione vittimizzante.
  • la delinquenza minorile, nella convinzione, come detto, che gli strumenti di contrasto e prevenzione siano strumenti particolari e molto diversi dagli strumento predisposti per i soggetti adulti.
  • le misure alternative al carcere per minori autori di reato come strumenti di elezione per evitare quella stigmatizzazione e quell’etichettamento rappresentati dal transitare del minore all’interno del circuito carcerario e che, nella maggior parte di casi, potrebbero risultare ingessanti per il futuro del minore stesso.
  • la valutazione della testimonianza di minori in presunzione di violenza sessuale o maltrattamento, nella convinzione che si tratta di situazioni particolarmente delicate sotto tutti i punti di vista, da quello investigativo a quello probatorio: la raccolta di elementi di prova risulta particolarmente complessa perché trattasi, per lo più, di situazioni nelle quali non vi sono testimoni, l’unico testimone è anche la presunta vittima che, oltre ad essere tale, è anche un minore, con tutte le variabili che questo comporta in termini di assunzione della sua testimonianza e di valutazione della stessa. Per non parlare, poi, di tutte quelle situazioni che vedono coinvolti minori e che hanno a che fare con separazioni conflittuali tra i coniugi: dai falsi positivi legati a false denunce di abuso da parte di un coniuge nei confronti dell’altro, alla tematica dell’alienazione parentale, fino alla non meno importante questione della violenza assistita in ambito domestico.
  • famiglie multi-problematiche e Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), tematica che coinvolge e intercetta necessariamente varie istituzioni a diversi livelli che devono, necessariamente, trovare un terreno comune entro il quale coltivare le diverse prospettive e i diversi obiettivi.

Come detto, al Congresso prenderanno parte relatori di fama mondiale, provenienti dalle principali Università e Centri di Ricerca internazionali.

E’ prevista anche una sessione italiana del Congresso nella quale si affronteranno le stesse tematiche accennate sopra ma focalizzate in particolare sulla realtà italiana, nella convinzione che sia necessario un focus particolare che sottolinei le peculiarità del sistema penale italiano rispetto a quello di altri Paesi.