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Depositata la sentenza della Corte Costituzionale nel caso Taricco

Corte Costituzionale, 31 maggio 2018 (ud. 10 aprile 2018), n. 115
Presidente e Relatore Lattanzi

Diamo immediata notizia ai lettori – riservandoci di pubblicare un commento più approfondito nelle prossime settimane – del deposito della sentenza della Corte Costituzionale nella vicenda Taricco relativa, come è noto, all’obbligo per il giudice, in applicazione dell’articolo 325 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE) – come interpretato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nella sentenza 8 settembre 2015, causa C-105/14, Taricco – di disapplicare gli articoli 160, terzo comma, e 161, secondo comma, del codice penale, «allorquando ne derivi la sistematica impunità delle gravi frodi in materia di IVA».

Come avevamo anticipato, all’udienza del 10 aprile scorso, la Consulta ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale (sollevate dalla Cassazione e dalla Corte d’appello di Milano) dell’articolo 2 della legge di autorizzazione alla ratifica del Trattato di Lisbona (n. 130/2008), là dove dà esecuzione all’articolo 325 del Trattato sul funzionamento dell’Ue (TFUE) come interpretato dalla Corte di Giustizia con la “sentenza Taricco”, ritenendo, pertanto, che i giudici non siano tenuti ad applicare la “regola Taricco” sul calcolo della prescrizione, stabilita dalla Corte di Giustizia Ue con la sentenza dell’8 settembre 2015 per i reati in materia di Iva.

Ricordiamo anche che prima dell’udienza in Corte Costituzionale, con sentenza del 5 dicembre 2017 (c.d. Taricco-bis) – pronunciata a seguito del rinvio pregiudiziale, disposto con ordinanza n. 24 del 2017, per l’interpretazione dell’articolo 325, paragrafi 1 e 2, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea – la Grande sezione della Corte di giustizia ha affermato che l’obbligo per il giudice nazionale di disapplicare la normativa interna in materia di prescrizione, sulla base della “regola Taricco”, viene meno quando ciò comporta una violazione del principio di legalità dei reati e delle pene, a causa dell’insufficiente determinatezza della legge applicabile o dell’applicazione retroattiva di una normativa che prevede un regime di punibilità più severo di quello vigente al momento della commissione del reato.

Redazione Giurisprudenza Penale

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