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Interferenze tra illecito penale e illecito amministrativo nei reati di market abuse

Ateneo: Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza  – Dottorato in Diritti e Istituzioni

Anno accademico: 2017/2018

Il lavoro si propone di sottoporre ad analisi il fenomeno degli abusi di mercato dal punto di vista punitivo, con l’obiettivo di descrivere i meccanismi di interazione tra i procedimenti e le sanzioni che connotano il doppio binario sanzionatorio che il Legislatore nazionale ha inteso adottare nel recepimento delle indicazioni fornite dalle istituzioni comunitarie per una più efficace tutela del mercato finanziario.

La prima parte del contributo si incentra dunque sull’analisi degli illeciti penali e amministrativi facenti capo all’abuso di informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato, con particolare attenzione all’evoluzione del sistema sanzionatorio delle richiamate fattispecie e al ruolo assunto in tal senso dalle fonti comunitarie.

Nel secondo capitolo viene svolta una ricognizione sull’origine e sulla progressiva affermazione del principio del ne bis in idem – quale limite alle prerogative sanzionatorie dello Stato nei confronti del singolo – sia a livello nazionale che con riferimento all’ordinamento comunitario e a quello fondato sulla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Ciò al fine di verificare il concreto dipanarsi dei rapporti tra il ne bis in idem domestico e quello posto dai richiamati ordinamenti sovranazionali: sia con riferimento al tradizionale problema dell’interazione delle rispettive fonti, sia per quanto attiene al tema della gerarchia delle interpretazioni. In questo contesto emerge che la double jeopardy rule riceve una protezione più ampia di quella assicurata dall’ordinamento domestico, si fonda una concezione moderna e sostanzialistica delle nozioni di illecito penale e di  medesimo fatto, precondizioni fondamentali per invocare l’operatività della garanzia. La vicenda nell’ambito del quale si è registrata una significativa interazione tra i problemi riguardanti l’interpretazione del ne bis in idem convenzionale e l’applicazione del doppio binario sanzionatorio in materia di abusi di mercato, è quella riguardante il caso Grande Stevens e altri c. Italia, nell’ambito del quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto che il sistema punitivo delineato dal Legislatore italiano per la repressione degli illeciti di market abuse si pone in contrasto con il divieto di doppio giudizio e doppia sanzione sancito dall’art. 4 Protocollo 7 CEDU.

A partire dalla decisione della Corte di Strasburgo, ha preso avvio un  intenso dibattito tutt’ora aperto, sulla compatibilità generale dei meccanismi punitivi fondati sul c.d. doppio binario sanzionatorio con la garanzia del ne bis in idem quale principio immanente di diritto interno e sovranazionale. Dibattito – di cui si dà conto nel terzo capitolo – che si dipana sia a livello dottrinario che giurisprudenziale e che ha visto sino ad oggi il susseguirsi di interventi della giurisprudenza di legittimità e della Corte Costituzionale, ma anche della stessa Corte EDU e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, diretti a precisare e talvolta mitigare la portata delle statuizioni della sentenza Grande Stevens e altri c. Italia. In questo contesto, si registra un clamoroso ritardo del Legislatore nazionale nel recepimento della riforma comunitaria del market abuse – Regolamento UE n. 596/2014 (MAR) e Direttiva n. 2014/57/UE (MAD2) – che nell’intenzione delle istituzioni eurounitarie dovrebbe porre fine al conflitto tra disciplina sanzionatoria degli abusi di mercato e la garanzia del ne bis in idem quale diritto fondamentale dell’individuo espressamente protetto anche dall’Unione.

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The purpose of this PhD thesis is to analyze the phenomenon of market abuse from a punitive point of view, with the aim of describing the mechanisms of interaction between the procedures and the penalties which characterize the double binary sanction (doppio binario sanzionatorio) that the national legislator adopted in the transposition of the indications provided by the European Union institutions for a more effective protection of the financial market.

Therefore, the first part of the report focuses on the analysis of criminal and administrative unlawful acts relating to the abuse of privileged information and to the market manipulation, with particular regard to the evolution of the sanctioning system of the above-mentioned unlawful acts and to the role played by European Union sources.

In the second chapter, it has been carried out a reconnaissance on the origin and progressive affirmation of the ne bis in idem principle – as a limit to the sanctioning prerogatives of any country towards the individual – both from the national, European Union and European Charter of Human Rights and Fundamental Freedoms standpoint. This is in order to verify the concrete settlement of the relations between the national and international ne bis in idem: both with reference to the traditional problem of the interaction of the respective sources and the topic of the hierarchy of interpretations. In this context, it results that the double jeopardy rule receives a greater protection than the one guaranteed by domestic law, is based on a modern and substantive conception of the notions of criminal offense and same fact, fundamental precondition for invoking the execution of the guarantee. The case in which there has been a significant interaction between the problems concerning the interpretation of the conventional ne bis in idem and the application of the double binary sanction (doppio binario sanzionatorio) relating to the market abuse, is Grande Stevens and others vs. Italy, where the European Court of Human Rights acknowledged that the punitive system outlined by the Italian legislator for the repression of market abuse offenses contradicts the prohibition of double judgment and double sanction provided for by art . 4 of the Protocol 7 ECHR.

From the decision of the Court of Strasbourg, an intense ongoing debate has begun, on the general compatibility of punitive mechanisms based on the double binary sanction (doppio binario sanzionatorio) with the guarantee of ne bis in idem as an immanent principle of national and international law. Such a debate – which is dealt with in the third chapter – is settled both from a doctrinal and case law standpoint and has been dealt with until now in numerous decisions of the Supreme Court of Cassation and of the Constitutional Court, but also of the European Court of Human Rights and of the Court of Justice of the European Union, aimed at clarifying and sometimes mitigating the scope of the statements set forth in the Grande Stevens and Others vs. Italy decision.  In this context, it shall be registered a dramatic delay of the national legislator in the transposition of the European Union market abuse reform – EU Regulation no. 596/2014 (MAR) and Directive n. 2014/57 /EU (MAD2) – that, under the intention of the EU institutions, should definitely settle the conflict between the sanctioning rules on market abuse and the ne bis in idem guarantee as a fundamental right of the individual expressly protected by the Union.