Limiti spaziali di validità della responsabilità “da reato” degli enti: applicabilità del d.lgs. n. 231/2001 all’ente “italiano” per reato commesso all’estero e all’ente “straniero” per reato commesso in Italia
in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 7-8 – ISSN 2499-846X
di Giulio Baffa e Francesco Cecchini
Il presente contributo intende soffermarsi su due aspetti, speculari, che vengono in rilievo nella dimensione internazionale del d.lgs. n. 231 del 2001.
Da un lato l’ipotesi, disciplinata all’art. 4, in cui il reato da cui dipende la responsabilità “amministrativa” dell’ente, posto in essere nel suo interesse o vantaggio da uno dei soggetti di cui all’art. 5 (soggetto apicale o sottoposto all’altrui direzione), sia commesso all’estero; dall’altro quella, relegata ai margini della “parte generale” del d.lgs. n. 231/01, in cui il reato-presupposto sia commesso in Italia, nell’interesse o vantaggio di ente “straniero”: dunque, la responsabilità delle imprese italiane per reati commessi all’estero, ove queste operino nelle più diverse forme e, per altro verso, l’eventualità di un’elusione della disciplina del d.lgs. 231/2001 da parte di imprese (anche) non aventi succursali in Italia, ma operanti nel territorio nazionale.
Come citare il contributo in una bibliografia:
G. Baffa – F. Cecchini, Limiti spaziali di validità della responsabilità “da reato” degli enti: applicabilità del d.lgs. n. 231/2001 all’ente “italiano” per reato commesso all’estero e all’ente “straniero” per reato commesso in Italia, in Giurisprudenza Penale, 2018, 7-8