Sorveglianza dinamica e trattamento rieducativo: ambiti di tutela giurisdizionale per il detenuto
in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 10 – ISSN 2499-846X
Le circolari del Dipartimento della Amministrazione penitenziaria del 13 luglio 2013 (GDAP – 0251644 – 2013) e del 23 ottobre 2015 (3663/6113) delineano definitivamente (almeno sino ad emanazione di atto di eguale efficacia e di segno contrario) le caratteristiche del sistema della “sorveglianza dinamica”, di cui, peraltro, era già traccia nella circolari del 24 novembre 2011, del 30 maggio 2012 e del 29 gennaio 2013 dello stesso Dipartimento della Amministrazione penitenziaria, e, nel far ciò, chiariscono che il predetto sistema organizzativo consiste in una diversa gestione ed utilizzazione degli spazi all’interno degli istituti di pena, distinguendo la “cella” – destinata, di regola, al pernotto – ed i luoghi ove vanno concentrate le principali attività trattamentali (scuola, formazione, lavoro, tempo libero) e i servizi (cortili passeggio, alimentazione, colloqui con gli operatori) destinati ai soggetti ristretti, così creando le condizioni perché il detenuto sia impegnato a trascorrere “fuori dalla cella” (testualmente) la maggior parte della giornata.
Il tutto, come espressamente affermato nei testi in questione, per realizzare il mandato principale assegnato alla Amministrazione penitenziaria, id est quello di creare le condizioni per un trattamento penitenziario conforme ad umanità e dignità (art. 27 Cost.).
Come citare il contributo in una bibliografia:
V. Semeraro, Sorveglianza dinamica e trattamento rieducativo: ambiti di tutela giurisdizionale per il detenuto, in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 10