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Transiti Corpo-Mente. Dalla dimensione dell’affettività alla sessualità: il rapporto con il proprio corpo, con gli altri detenuti; dall’isolamento, alla privazione totale, alla omosessualità indotta.

in Giurisprudenza Penale Web, 2019, 2-bis – ISSN 2499-846X

Le riflessioni di seguito narrate sul tema in oggetto, nascono come pensieri sorti dall’esperienza con diversificate tipologie di soggetti ristretti. Nell’accostarsi alle problematiche che ognuno di loro vive, inevitabilmente, lo psicologo viene introdotto alla scoperta di un mondo composito dove molteplici sono i soggetti coinvolti nella determinazione del disagio o del sollievo del vissuto del detenuto.

Il tema dell’affettività assente e, in conseguenza, reclamata verbalmente o, in talune occasioni ricercata tramite modalità non verbali; le problematiche dell’isolamento vissuto dal detenuto non solo fisico ma evidentemente interiore e mentale; le questioni delle relazioni omossessuali e delle reazioni a queste scoperte, sono incontri che lo psicologo ha nel corso della relazione di fiducia stabilita con il soggetto detenuto.

I molti contenuti di questa conoscenza, sono stati oggetto di cura nel loro sentire e successivamente, in parte, sistematizzati, prendendo spunto dal tema di indagine. Nel fare ciò, i modelli psicoanalitici hanno orientato la pensabilità, comprensione che inizialmente è, come descritta, di tipo sensoriale legata cioè agli organi di senso, prima modalità conoscitiva. Per meglio introdurre il tema, la “teorizzazione matteblanchiana”, è di supporto nell’avviare l’esposizione. Mattle Blanco, psichiatra e psicoanalista cileno, ipotizza l’esistenza simultanea di due modalità di pensiero che seppure antitetiche coesistono insieme e, per questa ragione, egli parla di bi-logica. Il sentire originario, indifferenziato viene definito “sensorialità corporea” che spiega utilizzando i concetti della logica e della matematica come “pensiero simmetrico” legato al sentire emozionale infinitizzato ed infinitizzante.

Il “pensiero asimmetrico” si fonda, al contrario, sul principio di non contraddizione e sulle funzioni di differenziazione e categorizzazione tipiche della logica aristotelica. La mente, secondo Mattle Blanco, funziona secondo questi due registri simultaneamente in azione e tra loro variamente combinati a diversi livelli di stratificazione e di profondità, per cui il pensiero risulta sempre costruito come un “sentire-pensare”, definibile anche come “emozione pensiero”, configurato in termini di “strutture bi-logiche” che implicano la coesistenza e l’alternanza di “pensiero simmetrico” e di “pensiero asimmetrico”, irriducibili l’uno all’altro in quanto antinomici ed incompatibili.

Parallelamente Bion, ipotizza che le origini del pensiero siano fondate sulla esperienza sensoriale. In tal senso se, Mattle Blanco, considera l’emozione come “madre del pensiero”, la funzione alfa di Bion, a partire dal contatto con elementi sensoriali dell’esperienza, genera modalità pensanti, trasformative del mondo interno.

Il presente contributo, è il risultato del lavoro come psicologo all’interno di una Casa Circondariale.

L’articolazione che ne è scaturita, si pone come una sistematizzazione interna, successivamente pubblica, al fine di rendere l’esperienza vissuta, presupposto per una riflessione che possa dischiudere riformulazioni e/o cambiamenti.

L’apporto proposto, prende avvio dai registri sensoriali stimolati dalla detenzione in maniera analoga allo spettatore di fronte all’opera artistica avvicinando non tanto, l’atteggiamento psicoanalitico all’arte ed alla dimensione estetica in generale, poiché già nota la loro relazione ma, proponendo l’utilizzo di tale dimensione nel contatto con gli aspetti concreti del carcere.

Come citare il contributo in una bibliografia:
C. Dell’Erba, Transiti Corpo-Mente. Dalla dimensione dell’affettività alla sessualità: il rapporto con il proprio corpo, con gli altri detenuti; dall’isolamento, alla privazione totale, alla omosessualità indotta, in Giurisprudenza Penale Web, 2019, 2-bis