Il diritto alla comunicazione e quello all’affettività dei detenuti al 41 bis
in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 1-bis – ISSN 2499-846X
Il presente contributo, oltre a cercare di fornire una panoramica delle restrizioni al diritto alla vita sociale e familiare cui sono soggetti i cd. detenuti al 41-bis, intende sottolineare come la Giurisprudenza abbia di fatto anticipato la disciplina introdotta dall’Amministrazione penitenziaria con l’art. nr. 16 della direttiva n. 3676/616 del 2 ottobre 2017 concernente il diritto dei detenuti al 41-bis di colloquiare con i propri cari.
Attraverso una lettura critica del sistema si giunge ad un paradosso strutturale del nostro ordinamento penitenziario per cui il ricongiungimento familiare, visto come uno dei pilastri su cui si fonda il trattamento rieducativo, pare entrare in crisi quando si tratta detenuti per mafia.
Come citare il contributo in una bibliografia:
M. Nestola, Il diritto alla comunicazione e quello all’affettività dei detenuti al 41 bis, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 1-bis