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Il regime detentivo speciale e le fonti sovranazionali: una tensione costante

in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 1-bis – ISSN 2499-846X

Il regime del “carcere duro” previsto dall’art. 41-bis OP si avvia verso i trent’anni di vigenza, ed i venti dalla sua “stabilizzazione”; rappresenta ormai un elemento ampiamente “metabolizzato” dal diritto interno, ma continua a destare perplessità negli osservatori sovranazionali.

Le numerose indicazioni provenienti dai vari “attori”, che qui abbiamo provato a ricomporre in un quadro unitario, dovrebbero quantomeno ridurre lo spazio della discrezionalità del legislatore nella tipizzazione delle restrizioni, e guidare gli organi competenti a decidere sull’applicazione o sulle vicende successive del regime.

Per un verso, però, alcune fonti si pongono in radicale contrasto con quelle interne; per altro, la tutela apprestata da parte della giurisprudenza nazionale riesce a raggiungere, in certi casi, livelli di tutela maggiori di quelli richiesti. Al legislatore spetta il compito conclusivo di trovare un nuovo equilibrio, ma lo scenario attuale non ci sembra incline a questo esito.

Come citare il contributo in una bibliografia:
G. Chiodo, Il regime detentivo speciale e le fonti sovranazionali: una tensione costante, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 1-bis