Osservazioni a prima lettura in tema di decreto “cura Italia” e nuova detenzione domiciliare.
in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 3 – ISSN 2499-846X
L’autore analizza la peculiare disciplina della detenzione domiciliare per pene non superiori a diciotto mesi introdotta dal d.l. n. 18 del 2020 (c.d. decreto “Cura Italia”) al fine dichiarato di contrastare “l’emergenza epidemiologica da COVID-19” e “attenuare il cronico problema di sovraffollamento degli istituti”.
Il contributo – ponendo in evidenza come l’intervento di riforma abbia recuperato il modello operativo promanante dall’art. 1 l. n. 199 del 2010, apportando modifiche procedurali tali, negli intenti, da snellire il relativo procedimento applicativo e renderlo adatto a fronteggiare il rischio di diffusione incontrollata del virus COVID 19 all’interno degli istituti carcerari – si concentra sui principali profili problematici dell’intervento riforma: applicabilità della nuova misura alternativa ai soggetti condannati per i reati contro la Pubblica Amministrazione richiamati dall’art. 4 bis l. n. 354 del 1975 per fatti commessi anteriormente all’entrata in vigore della l. n. 3 del 2019 (c.d. legge “Spazzacorrotti”) e applicazione obbligatoria delle procedure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici.
Come citare il contributo in una bibliografia:
G. Murone, Osservazioni a prima lettura in tema di decreto “cura Italia” e nuova detenzione domiciliare, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 3