La sanzione penale al tempo dell’emergenza tra principio dell’affidamento e principio dell’auto-responsabilità.
in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 4 – ISSN 2499-846X
Dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 31 Gennaio 2020 con cui è stato dichiarato lo “stato di emergenza” epidemiologica da COVID-19 fino al 31 Luglio, passando per Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8, del 9, dell’11 e del 20 Marzo di “lock-down” del Paese fino a giungere al recente Decreto-Legge n. 19 del 25 Marzo, sono state introdotte una serie di misure e regole comportamentali necessarie per fronteggiare l’emergenza epidemica sul territorio nazionale.
Dall’esistenza a carico di ciascun cittadino dei doveri comportamentali secondo standard di diligenza introdotti specificatamente dal D.P.C.M. del 9 Marzo e dal Decreto-Legge n. 19/2020 nella vita di relazione, derivano anche corrispondenti obblighi a contenuto cautelare relativi alla condotta di terze persone?
In altre e più precise parole, dinanzi al pericolo per la “salute pubblica” – bene giuridico protetto dal reato di epidemia (Art. 438 c.p.), punibile anche a titolo di colpa, a mente dell’art. 452 c.p. – l’osservanza dei precetti e dei divieti su imposti a ciascun concittadino ci rende, altresì, titolari di una posizione di garanzia nei confronti di quei concittadini che non si attengono alle disposizioni scritte nei Decreti con conseguenti poteri di intervento sulle loro condotte, ad esempio evitando assembramenti di persone apparentemente illeciti?
Come citare il contributo in una bibliografia:
E. Napoletano, La sanzione penale al tempo dell’emergenza tra principio dell’affidamento e principio dell’auto-responsabilità, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 4