CONTRIBUTIDIRITTO PENALE

Una nuova concezione dell’obbligo di salvataggio in mare alla luce della sentenza della Cassazione sul caso Sea Watch 3?

in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 4 – ISSN 2499-846X

Cassazione penale, Sezione III, Sentenza 20 febbraio 2020 (ud. 16 gennaio 2020), n. 6626
Presidente Lapalorcia, Relatore Gai

Con sentenza 16 gennaio 2020, n. 6626 (pubblicata in questa Rivista, ivi) la Corte di Cassazione – decidendo sulla mancata convalida dell’arresto del comandante della nave Sea Watch 3 per il noto sbarco avvenuto nel porto di Lampedusa il 29 giugno 2019 – ha avuto modo di intervenire su una questione giuridica molto controversa: lo sbarco dei migranti irregolari recuperati in mare durante operazioni di salvataggio condotte da navi non governative. 

La Suprema Corte – avallando l’interpretazione fornita dal G.i.p. – ha sostenuto una nuova, e più ampia, concezione dell’obbligo di prestare soccorso in mare gravante sui comandanti delle imbarcazioni secondo la quale tale dovere non potrebbe dirsi adempiuto se non con lo sbarco delle persone recuperate in mare in un porto sicuro. Così, è stata ritenuta esente da vizi la decisione del G.i.p. di considerare scriminata la condotta del comandante ai sensi dell’art. 51 c.p. per aver questo adempiuto al proprio dovere. 

Il presente contributo esamina l’operazione ermeneutica compiuta dal decidente alla luce del complesso quadro normativo di riferimento: viene messa in luce la debolezza del percorso argomentativo seguito dal giudice di legittimità nel quale appaiono stravolti i tradizionali termini della questione per come finora emersa nel relativo dibattito dottrinale.

Come citare il contributo in una bibliografia:
E. Mezzasalma, Una nuova concezione dell’obbligo di salvataggio in mare alla luce della sentenza della Cassazione sul caso Sea Watch 3?, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 4