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Ostatività, emergenza sanitaria e Covid-19: le prime applicazioni pratiche.

in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 4 – ISSN 2499-846X

Covid-19 e carcere: un binomio esplosivo; una corsa contro il tempo alla ricerca di una soluzione, o meglio, di quelle poche soluzioni, ad oggi praticabili. Giuristi, avvocati e magistrati di sorveglianza, in queste settimane, si sono spesi profusamente per la ricerca di un equilibrio tra esigenze di prevenzione e diritto alla salute, attuando, sin da subito, misure deflative.

Preminente è, infatti, la tutela della salute, a prescindere dal titolo di reato e dal “tipo d’autore”. Nelle strette maglie dell’ordinamento penitenziario, esistono già soluzioni conformi alla dignità della persona, da una parte, e alla sicurezza collettiva (della salute pubblica, oltre che individuale), dall’altra.

Si offrono qui di seguito alcune delle prime pronunce di merito (su questa Rivista si era già pubblicato un precedente provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Milano) che hanno interessato detenuti, anche “assolutamente ostativi”, con la speranza che tale condivisione possa servire per rafforzare il “diritto vivente”, a tutela della persona reclusa, e non solo.

Come citare il contributo in una bibliografia:
V. Manca, Ostatività, emergenza sanitaria e Covid-19: le prime applicazioni pratiche, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 4