ARTICOLIDA STRASBURGO

La Corte EDU: la mancata rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale nel giudizio abbreviato non viola il diritto al giusto processo.

[a cura di Lorenzo Roccatagliata]

Corte EDU, Sezione prima, Sentenza 25 marzo 2021,
Di Martino e Molinari c. ItaliaRicorsi nn. 15931/15 e 16459/15

Con la sentenza qui allegata, la Corte EDU, prima Sezione, è tornata a pronunciarsi in tema di rinnovazione in appello della prova decisiva in caso di assoluzione in primo grado.

Il tema, come è noto, è stato oggetto di plurime pronunce della Corte di Strasburgo (merita richiamare le sentenze Dan c. Moldavia, Lorefice c. Italia e Dan c. Moldavia n. 2), con le quali si è stabilito il principio secondo cui, nel caso di assoluzione in primo grado, il Giudice di appello non può condannare l’imputato senza violare il principio del giusto processo, a meno di disporre la rinnovazione delle prove dichiarative ritenute decisive per l’overturning.

Questo principio era stato recepito in Italia anzitutto per via pretoria, attraverso le sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione Dasgupta (n. 27620/16), Patalano (n. 18260/17) e Troise (n. 14800/18).

In secondo luogo, il Parlamento era intervenuto nell’ambito della cd. Riforma Orlando (Legge n. 103/17), prevedendo una specifica ipotesi di rinnovazione obbligatoria dell’istruttoria dibattimentale “nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento per motivi attinenti alla valutazione della prova dichiarativa” (art. 603, comma 3 bis, c.p.p.).

Per ciò che in questa sede rileva, la citata sentenza Patalano aveva reso applicabile l’obbligo del Giudice di seconde cure di rinnovare la prova anche in caso di rito abbreviato, nel quale di regola non vi è attività istruttoria in alcun grado di giudizio (fanno evidentemente eccezione le ipotesi di abbreviato condizionato, ex art. 438 comma 5, o quelle in cui il Giudice disponga l’esame di un teste, ex art. 441, comma 5).

La sentenza qui annotata si è occupata di una vicenda di questo tipo: i ricorrenti erano stati assolti in primo grado nell’ambito di un giudizio abbreviato e nel grado successivo erano stati condannati senza che il Giudice d’appello avesse rinnovato le prove ritenute decisive per la condanna.

Ebbene, la Corte ha ritenuto che non vi sia stata alcuna violazione dell’art. 6 della Convenzione. La mancata rinnovazione della prova in appello, infatti, costituiva in questo caso una naturale conseguenza della libera scelta degli imputati di rinunciare all’oralità del processo.

I Giudici di Strasburgo, inoltre, hanno rilevato l’opposto orientamento delle Sezioni Unite cristallizzato nella sentenza Patalano, ed hanno chiarito che nulla vieta agli Stati di adottare interpretazioni più garantiste di quelle offerte dalla Corte.

Di seguito, un estratto della motivazione.

la Cour considère que, en sollicitant l’adoption de la procédure abrégée, les requérants, qui étaient assistés d’avocats, ont accepté de baser leur défense sur les pièces recueillies pendant les investigations préliminaires, dont ils avaient pris connaissance, et ont ainsi renoncé sans équivoque à leur droit à obtenir la convocation et l’audition de témoins au procès (…). Les intéressés ont en outre accepté que les juges en charge de leur affaire utilisent, pour statuer sur le bien-fondé des accusations portées contre eux, les transcriptions des dépositions des [témoins] versées au dossier du parquet. De plus, les requérants savaient ou auraient dû savoir qu’en cas d’acquittement en première instance la cour d’appel avait la faculté de rejuger l’affaire sur la base de ces mêmes éléments de preuve” (para 36).

La Cour en déduit que la demande des requérants d’être jugés selon la procédure abrégée a déterminé la renonciation aux preuves orales et a eu pour conséquence que leur procès soit fondé sur les preuves documentaires versées au dossier. Dès lors, les présentes affaires se distinguent des celles que la Cour a précédemment examinées dans lesquelles la juridiction de recours n’avait pas satisfait à l’obligation d’interroger directement des témoins qui avaient été auditionnés par le juge de première instance et dont elle s’apprêtait à interpréter les déclarations d’une manière défavorable à l’accusé et radicalement différente pour condamner celui-ci pour la première fois” (para 37).

La Cour observe au passage que la Cour de cassation italienne a récemment interprété extensivement l’article 603 du CPP, faisant obligation aux juridictions d’appel d’ordonner même d’office l’audition de témoins décisifs pour la condamnation, aussi bien dans les procédures pénales ordinaires que dans les cas où la première instance s’est déroulée selon la procédure abrégée (…). [P]ar son système de garantie collective des droits qu’elle consacre, la Convention vient renforcer, conformément au principe de subsidiarité, la protection qui en est offerte au niveau national. Rien n’interdit aux États contractants d’adopter une interprétation plus large garantissant une protection renforcée des droits et libertés en question dans leurs ordres juridiques internes respectifs” (para 39).

Redazione Giurisprudenza Penale

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