Quali rischi penali in capo all’esperto della “Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa”?
in Giurisprudenza Penale Web, 2021, 9– ISSN 2499-846X
di Corrado Ferriani e Alessandro Viglione
Con il d.l. n. 118/2021, recante misure urgenti in materia di crisi d’impresa e di risanamento aziendale, viene introdotto, a decorrere dal 15 novembre 2021, un nuovo strumento negoziale stragiudiziale a favore delle imprese commerciali e agricole per il superamento dello squilibrio patrimoniale e finanziario: la composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa. La figura chiave del nuovo istituto, che non richiede il ricorso al tribunale salvo il caso siano necessarie le misure protettive di cui all’art. 6, è quella, inedita, dell’esperto, così definito dal nuovo testo di legge.
La disposizione contenuta all’art. 4 precisa che l’esperto opera in modo professionale, riservato, imparziale e indipendente senza tuttavia prevedere a suo carico alcuna specifica sanzione penale nel caso di violazioni poste in essere nell’ambito del proprio operato.
Prima di passare brevemente in rassegna i profili di rischio cui è esposto il professionista che assumerà l’incarico di affiancare l’imprenditore, sia consentita un’osservazione di metodo. Di nuovo, il legislatore si accinge a “riformare” un settore importante dell’ordinamento quale è quello della gestione della crisi di impresa attraverso il ricorso alla decretazione d’urgenza – giustificata dalla necessità indifferibile di arginare le conseguenze negative dovute alla crisi pandemica (scoppiata, non dimentichiamocelo, diciotto mesi orsono) – riducendo in tal modo gli spazi della dialettica parlamentare che, in una materia così delicata e tecnica, certamente avrebbe favorito una produzione normativa maggiormente ponderata. Ma tant’è.
Come citare il contributo in una bibliografia:
C. Ferriani – A. Viglione, Quali rischi penali in capo all’esperto della “Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa”?, in Giurisprudenza Penale Web, 2021, 9