CONTRIBUTIDIRITTO PENALE

Malati terminali e suicidio medicalmente assistito: una decisione giudiziaria che impedisce di “aprire le porte del cielo”

in Giurisprudenza Penale Web, 2022, 5 – ISSN 2499-846X

Tribunale di Roma, Sezione diritti della persona e dell’immigrazione, 22 giugno 2021
Giudice Dott. Corrado Bile

Con queste brevi riflessioni, ci si vuole soffermare, anche alla luce dei recenti sviluppi in tema di Referendum sull’art. 579 c.p. e di legge sul suicidio assistito in discussione in Parlamento, sulla decisione emessa dal Tribunale di Roma, sezione Diritti della Persona e Immigrazione, il 22 giugno 2021, a seguito di ricorso d’urgenza ex articolo 700 del Codice di procedura civile in materia di accesso alla procedura di verifica delle condizioni del malato per suicidio medicalmente assistito.

Per amor di chiarezza, si ritiene necessaria una premessa: il punto di vista esposto in queste brevi pagine non può prescindere dal ruolo svolto nella vicenda di difesa e assistenza in giudizio della ricorrente. Nonostante ciò, chi scrive auspica che queste riflessioni possano essere di qualche interesse per coloro che hanno cara la tematica dell’attuazione della giurisprudenza costituzionale riguardo al suicidio medicalmente assistito in generale e, in particolare, quando la persona che fa richiesta di essere aiutata a porre fine alla sua vita è un malato terminale che nel contesto attuale trova ostacoli concreti e discriminazioni.

Si considera, infatti, importante veicolare non solo vittorie e passi avanti, ma anche problemi, difficoltà, sconfitte, e le loro ragioni giuridiche e pratiche, come la lotta contro il tempo e le sofferenze incipienti del malato o della malata terminale. Difficoltà e sconfitte acuite dal veto delle istituzioni pubbliche coinvolte, impreparate dinanzi a problemi legati al congedo dalla vita di chi non ce la fa più, per colpa – anche – di un legislatore inerte che, perfino quando prova a discutere di una possibile normativa in materia, non riesce a fare altro che trasformare in modo pedissequo – anzi peggiorativo in base all’ultimo testo oggi in discussione – il giudicato costituzionale in testo legislativo, senza porsi l’obiettivo di un più ampio rispetto della volontà della persona, magari in situazioni diverse anche da quelle strettamente oggetto del giudicato costituzionale.

Come citare il contributo in una bibliografia:
F. Gallo, Malati terminali e suicidio medicalmente assistito: una decisione giudiziaria che impedisce di “aprire le porte del cielo”, in Giurisprudenza Penale Web, 2022, 5