Sul rapporto tra Modello di Organizzazione, gestione e controllo e reati ambientali.
in Giurisprudenza Penale Web, 2023, 10 – ISSN 2499-846X
Con la sentenza n. 27148/2023, la Corte di Cassazione è tornata sul Modello di Organizzazione, gestione e controllo (c.d. MOG), concentrandosi, in questo caso, sui reati ambientali, specialmente l’art. 256, co.1, lett. a), d.lgs. 156/2006.
La pronuncia, in particolare, valorizza la peculiarità dei reati ambientali e la necessità di un MOG “su misura” al fine di ritenere esonerata la responsabilità dell’ente stesso.
Il presente contributo si pone l’obiettivo di evidenziare la difficoltà per un’azienda di dotarsi di un MOG adatto per i reati contro l’ambiente, ponendo un interrogativo – tenuto conto anche di quanto indicato dalla stessa Corte, nella sentenza in commento, per cui questa tipologia di condotte penalmente rilevanti può essere realizzata con modalità estremamente eterogenee e disparate – se non sia necessario un apposito intervento legislativo o comunque di tipo giurisprudenziale volto a dettare, in via interpretativa, criteri di redazione.
Oggetto di analisi del presente contributo sarà solamente la pronuncia della Corte sui motivi di ricorso concernenti la responsabilità amministrativa dell’ente dipendente dal reato ex art. 256, co. 1, d.lgs.152/2006, con un particolare approfondimento sul rapporto tra MOG e reati ambientali.
Come citare il contributo in una bibliografia:
S. Procopio, Sul rapporto tra Modello di Organizzazione, gestione e controllo e reati ambientali, in Giurisprudenza Penale Web, 2023, 10