CONTRIBUTIDIRITTO PENALEIN PRIMO PIANO

Work in progress: tendenze e controtendenze della giurisprudenza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Verso una responsabilità prevenzionistica (individuale e collettiva) autenticamente colpevole?

in Giurisprudenza Penale Web, 2024, 1 – ISSN 2499-846X

di Matteo Riccardi e Mara Chilosi

Le problematiche connesse alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro si collocano, mai come oggi, al crocevia del dibattito politico, mediatico e giuridico, ponendo all’interprete delicati interrogativi – anzitutto in termini di bilanciamento tra beni e interessi eterogenei costituzionalmente tutelati, in primis l’incolumità individuale dei lavoratori e il libero esercizio dell’attività di impresa – dei quali è rimessa alla giurisprudenza, nella fase patologica di accertamento delle responsabilità penali, un’adeguata composizione.

Sul punto, tuttavia, occorre rilevare come il formante giurisprudenziale – per il vero all’insegna di soluzioni non sempre coerenti, univoche e rigorose – sia ormai divenuto, in maniera via via più pregnante, un vero e proprio propulsore del processo di stratificazione, aggiornamento ed evoluzione della disciplina prevenzionistica – che trova la propria matrice principale, ma non esclusiva nel d.lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro) – attestandosi alla stregua di un diritto vivente costantemente sospeso tra luci e ombre, la cui opera si colloca spesso sull’incerto limite che separa la funzione di interpretazione del dato normativo e l’attività di vera e propria produzione dei precetti penali.

Per di più, la connaturata complessità strutturale del settore prevenzionistico – già articolato su di un composito sistema multilivello di illeciti e sanzioni, espressivi di un differente grado di anticipazione della soglia di rilevanza penale – è ulteriormente acuita, da un lato, dall’intreccio tra differenti aree di rischio e di competenze dei soggetti deputati a gestirlo, portatori del rispettivo “debito di sicurezza”; e, dall’altro, a far data dall’introduzione dell’articolo 25-septies d.lgs. 231/2001, dalla sovrapposizione tra i profili della colpa individuale dei diversi “attori della sicurezza” e della colpa collettiva (o di organizzazione) facente capo all’ente nel cui ambito è svolta l’attività lavorativa.

Non sorprende, pertanto, che una panoramica sulle questioni maggiormente dibattute nella giurisprudenza di legittimità negli ultimi anni metta in luce un’inscindibile connessione, materiale e funzionale, tra quelle che si potrebbero definire le “soggettività prevenzionistiche”, imponendo l’esigenza di definire i criteri di riparto delle rispettive responsabilità in senso orizzontale – tra garanti persone fisiche che, in via differita o contestuale, intervengono nei processi aziendali a rischio sicurezza – e in senso verticale – nei rapporti tra l’entità metaindividuale (la societas) e le sue estrinsecazioni fenomeniche (apicali/sottoposti) che ne manifestano verso l’esterno il concreto “volere” organizzativo.

Come citare il contributo in una bibliografia:
M. Riccardi – M. Chilosi, Work in progress: tendenze e controtendenze della giurisprudenza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Verso una responsabilità prevenzionistica (individuale e collettiva) autenticamente colpevole?, in Giurisprudenza Penale Web, 2024, 1