CONTRIBUTIDIRITTO PENALE

Prescrizione e l. Orlando: contrasti in Cassazione o semplice svista?

in Giurisprudenza Penale Web, 2024, 6 – ISSN 2499-846X

Tra le innovazioni della riforma Cartabia, l’introduzione della nuova causa di improcedibilità di cui all’art. 344 bis c.p.p. e il superamento del regime prescrizionale della l. Orlando continuano a rappresentare una sfida difficilmente digeribile dal nostro ordinamento. Lo dimostrano coloro i quali tutt’oggi spingono per un ritorno al regime antecedente alla riforma del 2021 anche dopo anni in cui si è spesso discusso delle sue problematiche applicative. Tuttavia, una situazione già di per sé intricata da un punto di vista politico rischia di complicarsi ulteriormente anche sotto il profilo giuridico.

In particolare, i tentativi (per certi versi comprensibili) di far decorrere l’entrata in vigore della nuova riforma soltanto a partire da una certa data, compiuti al fine di favorire un recepimento il più possibile indolore delle nuove norme, rischiano di tramutarsi in un incastro inestricabile laddove ad essi non si accompagni una effettiva coerenza legislativa e giurisprudenziale.

Ciò appare evidente con riferimento proprio all’art. 159 co. 2 c.p. La l. 103 del 2017, modificando la disposizione in esame, elevava le sentenze di condanna non definitive (anche se emesse in sede di rinvio) a causa di sospensione del decorso della prescrizione fino ad un massimo di un anno e sei mesi per fase, col risultato di salvare numerosi reati, in specie contravvenzionali, dalla scure dell’art. 157 c.p.. Anche la l. Bonafede (l. 3/2019) interveniva nuovamente sul predetto articolo, prevedendo la sospensione del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Con l’abrogazione della disposizione sopracitata attraverso la riforma Cartabia si è sollevata la questione dell’applicabilità della l. Orlando ai reati commessi nel periodo compreso tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019.

Nei primi mesi del 2024 la Terza e la Quarta Sezione della Cassazione hanno espresso due posizioni radicalmente antinomiche sul punto: ad avviso della prima, la l. Orlando non può trovare applicazione, pena la violazione del principio della legge retroattiva più favorevole; per la seconda, invece, il periodo di sospensione di un anno e sei mesi originariamente previsto all’art. 159 co. 2 c.p.p. deve continuare ad essere considerato nel computo della prescrizione.

Il presente contributo, dopo aver richiamato l’avvicendarsi storico delle molte discipline legislative in materia di prescrizione e la portata normativa del principio di retroattività della lex mitior, intende approfondire il contenuto delle rispettive sentenze, al fine di evidenziarne le contraddizioni e i punti condivisibili.

Come citare il contributo in una bibliografia:
E. Corvaglia, Prescrizione e l. Orlando: contrasti in Cassazione o semplice svista?, in Giurisprudenza Penale Web, 2024, 6