CONTRIBUTIDIRITTO PENALEParte speciale

Esercizio arbitrario delle proprie ragioni ed estorsione: una riflessione sull’elemento oggettivo e sulla proporzionalità della pena

in Giurisprudenza Penale Web, 2024, 12 – ISSN 2499-846X

Le sentenze in analisi offrono l’opportunità di riflettere sulla differenza oggettiva tra il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle persone e quello di estorsione.

Attraverso una puntuale applicazione delle indicazioni fornite dalle Sezioni unite (Cass. pen., Sez. un. 29541/2020), esse evidenziano come i due reati possano distinguersi sulla base del preliminare accertamento dell’esistenza (o meno) di un diritto astrattamente giustiziabile in capo all’agente.

Tale impostazione, assai rispettosa del principio di legalità, porta però a sussumere nella fattispecie ex art. 393 c.p. anche i casi in cui il soggetto attivo risulti titolare di una pretesa giuridica, ma la difenda attraverso violenze o minacce sproporzionate.

In queste ipotesi, la pena assai mite del delitto di esercizio arbitrario pone problemi di prevenzione generale e di proporzionalità in astratto del trattamento sanzionatorio, difficilmente superabili senza l’intervento del legislatore.

Come citare il contributo in una bibliografia:
R. Battistoni, Esercizio arbitrario delle proprie ragioni ed estorsione: una riflessione sull’elemento oggettivo e sulla proporzionalità della pena