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Denuncia dei rischi connessi all’installazione occulta di virus informatici su smartphone e tablet per finalità di indagine penale (Università di Torino)

Segnaliamo la pubblicazione del documento dal titolo “Denuncia dei rischi connessi all’installazione occulta di virus informatici su smartphone e tablet per finalità di indagine penale” redatto dai docenti di Procedura Penale dell’Università degli Studi di Torino.

Si riporta di seguito il contenuto del documento:

I sottoscritti Docenti Universitari di Diritto,

– preso atto della recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di cassazione che ha ritenuto legittima, sia pure a determinate condizioni, l’installazione di captatori informatici in dispositivi elettronici portatili per svolgere attività di indagine che incidono sul nucleo più profondo della vita privata degli individui (intimità del domicilio, libertà e segretezza delle comunicazioni, diritto alla privacy);
– considerato che né il vigente codice di procedura penale né altre leggi autorizzano l’uso di simili strumenti di indagine, e che gli artt. 14 e 15 della Costituzione e l’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo richiedono una specifica previsione di legge per ogni violazione dell’intimità domiciliare e della segretezza delle comunicazioni, nonché per ogni ingerenza dell’autorità pubblica nella vita privata e familiare degli individui;
– consapevoli della necessità di contrastare la criminalità, in particolare quella organizzata e terroristica, con i più sofisticati strumenti di indagine,

osservano con preoccupazione

– come l’impiego di tali mezzi di intrusione informatica venga legittimato in sede giurisprudenziale attraverso interpretazioni estensive in una materia governata da un rigido principio di tassatività;

auspicano pertanto

– che, ove i suddetti strumenti siano ritenuti indispensabili per l’accertamento di gravi reati, il legislatore intervenga con specifiche disposizioni a regolare la materia nell’adeguato bilanciamento dei principi costituzionali e convenzionali coinvolti“.

Il documento è disponibile, per le adesioni, sul sito dell’Università di Torino.

Redazione Giurisprudenza Penale

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