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I limiti di utilizzabilità della denuncia anonima ai fini investigativi

in Giurisprudenza Penale Web, 2016, 9 – ISSN 2499-846X

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Cassazione Penale, Sez. VI, 4 agosto 2016 (ud. 22 aprile 2016), n. 34450
Presidente Conti, Relatore Carcano

La sentenza in commento offre l’occasione per qualche breve riflessione sul tema, sempre attuale, dell’impiego, ai fini investigativi, delle denunce e/o degli esposti anonimi.

Più nello specifico, l’interprete è chiamato a valutare se gli elementi contenuti in una denuncia anonima possano giustificare o meno il ricorso, da parte della polizia giudiziaria, all’ispezione, alla perquisizione o al sequestro probatorio, tipici mezzi di ricerca della prova che presuppongono, evidentemente, l’esistenza di una specifica notitia criminis.

L’analisi non può che muovere dalla normativa sull’utilizzabilità dell’anonimo ai fini investigativi – contenuta nell’ambito del titolo sulle notizie di reato (artt. 330 – 335 c.p.p.) – e da quella sulla sua inutilizzabilità ai fini probatori – contenuta, invece, nell’ambito del capo riguardante i documenti (artt. 234 – 243 c.p.p.).

Come citare il contributo in una bibliografia:
G. Morgese, I limiti di utilizzabilità della denuncia “anonima” ai fini investigativi, in Giurisprudenza Penale Web, 2016, 9