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L’insostenibile leggerezza del ne bis in idem. Le sorti del divieto di doppio giudizio e doppia punizione, tra diritto eurounitario e convenzionale

in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 4 – ISSN 2499-846X

di Federico Consulich e Carolina Genoni

A quasi un anno e mezzo dalla significativa sentenza della Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, A e B vs Norvegia, occorre tornare al delicato e controverso tema del ne bis in idem, questa volta non per affrontare una nuova declinazione convenzionale del principio, ma per analizzarne l’applicazione da parte della Corte di Giustizia dell’Unione.

L’occasione è offerta dalla pubblicazione delle tre sentenze della Grande Sezione della Corte di Giustizia, qui in commento, che il 20 marzo scorso si è pronunciata sui rinvii pregiudiziali da cui sono scaturite le cause Menci (C-524/15), Garlsson Real Estate e a. (C-537/16) e Di Puma e Zecca (C-596/16 e C-597/16), dalla cui lettura emerge che il sostanziale allineamento tra Corti europee non ha prodotto un accrescimento del livello di garanzie in tema di ne bis in idem, bensì piuttosto la sua trasformazione in meccanismo volto a prevenire la manifesta sproporzione della risposta sanzionatoria.

Come citare il contributo in una bibliografia:
F. Consulich – C. Genoni, L’insostenibile leggerezza del ne bis in idem. Le sorti del divieto di doppio giudizio e doppia punizione, tra diritto eurounitario e convenzionale, in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 4