La detenzione in gabbie metalliche durante l’udienza è lesiva dei diritti fondamentali dell’imputato
in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 4 – ISSN 2499-846X
La detenzione in un box di vetro di un indagato o di un imputato durante il processo costituisce una violazione dei diritti della difesa (sub specie: presunzione di innocenza, partecipazione effettiva al processo e diritto a comunicare riservatamente con il proprio difensore), ma detenere l’indagato o imputato in un box di vetro sovraffollato o in una gabbia metallica costituisce oggettivamente un trattamento inumano e degradante.
La recente decisione del Défenseur des droits francese, che ritiene la collocazione indiscriminata degli imputati in box di vetro durante le udienza a loro carico lesiva dei loro diritti fondamentali, consente di tentare qualche ragionamento in prospettiva sovranazionale su quanto accade quotidianamente nella aule giudiziarie italiane, dove i box di vetro costituiscono l’eccezione, mentre la regola paiono essere le gabbie con tanto di sbarre metalliche.
E la compatibilità dell’uso indiscriminato dei box di vetro o gabbie con i diritti fondamentali verrà analizzato sotto il punto di vista dello standard CEDU e del diritto dell’Unione europea, anche alla luce della direttiva sulla presunzione di innocenza UE/2016/343, entrata in vigore dallo scorso 1 aprile 2018, e che punta ad uniformare le legislazioni dei vari paesi membri con l’intento dichiarato di “rafforzare il diritto a un equo processo nei procedimenti penali, stabilendo norme minime comuni relative ad alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo” e di “rafforzare la fiducia degli Stati membri nei reciproci sistemi di giustizia penale e, quindi, a facilitare il riconoscimento reciproco delle decisioni in materia penale”.
Come citare il contributo in una bibliografia:
N. Canestrini, La detenzione in gabbie metalliche durante l’udienza è lesiva dei diritti fondamentali dell’imputato, in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 4