SRL unipersonali e 231: un connubio non sempre possibile
in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 12 – ISSN 2499-846X
Il tema della responsabilità amministrativa da reato delle società unipersonali è da sempre al centro di un vivace dibattito: se la dottrina ha fatto registrare significative aperture in merito alla possibilità di escludere l’assoggettabilità di quegli enti alle disposizioni della 231, di fatto assimilandole alle imprese individuali, la giurisprudenza di legittimità sembra continuare a sposare la tesi opposta, sostenendo che la società unipersonale – in quanto autonomo centro di rapporti giuridici dotato di soggettività giuridica distinta rispetto a quella di chi ne detiene le quote –, debba necessariamente annoverarsi tra gli enti soggetti alle disposizioni di cui al d.lgs. n. 231/2001.
Il principio è stato ribadito, da ultimo, dalla Sesta Sezione della Suprema Corte, con una sentenza (Cass. pen., sez. VI, 25 luglio 2017, n. 49056) che, ad una prima lettura, sembrerebbe aver definitivamente risolto in senso affermativo la questione affermando che “la disciplina del D.Lgs. n. 231 del 2001 è riferita agli enti, sintagma che evoca l’intero spettro dei soggetti di diritto non riconducibili alla persona fisica, indipendentemente dal conseguimento o meno della personalità giuridica e dallo scopo lucrativo o meno perseguito dagli stessi […] Se, pertanto, il presupposto indefettibile per l’applicazione del diritto sanzionatorio degli enti è l’esistenza di un ‘soggetto di diritto metaindividuale’, quale autonomo centro di interessi e di rapporti giuridici, è certamente ascrivibile al novero dei destinatari del D.Lgs. n. 231 del 2001 anche la società unipersonale, in quanto soggetto di diritto distinto dalla persona fisica che ne detiene le quote”
Come citare il contributo in una bibliografia:
G. Morgese, SRL unipersonali e 231: un connubio non sempre possibile, in Giurisprudenza Penale Web, 2018, 12