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Declinazioni del principio di dignità umana per i detenuti queer: sessualità e identità di genere nel sistema penitenziario italiano

in Giurisprudenza Penale Web, 2019, 2-bis – ISSN 2499-846X

L’ordinamento penitenziario italiano tuttora predilige un carcere strutturato come “istituzione totale”, ossia come luogo in cui il detenuto o la detenuta appartengono a una comunità prevalentemente chiusa, isolata dal mondo esterno e caratterizzata da regole specifiche non replicabili altrove. Tra queste, la segregazione sessuale costituisce un elemento tipizzante la dimensione carceraria, laddove i detenuti sono rigidamente suddivisi in base al loro sesso anagrafico.

Tale logica essenzialista si accompagna a un regime caratterizzato dalla proibizione di qualsiasi attività sessuale tra detenuti, così come tra i detenuti e i loro partner all’esterno. Questa regola, seppure non sia formalmente prevista in alcuna fonte legislativa dell’ordinamento, contribuisce ad accentuare le privazioni e le frustrazioni della vita detentiva.

La costruzione binaria del genere e la stigmatizzazione della sessualità tendono a fomentare la costruzione di un paradigma fondato sull’ipermascolinizzazione delle relazioni sociali intramurarie. Ciò rende particolarmente difficoltosa e foriera di discriminazioni l’esperienza detentiva delle persone omosessuali, bisessuali, lesbiche e transgender (LGBT), nonchè di tutti quegli individui che non si riconoscono in uno schema eteronormativo o binario della propria identità sessuale o di genere, che sono individuabili con il termine omnicomprensivo queer.

In quest’ambito, il diritto svolge un ruolo estremamente significativo nel disciplinare la sfera sessuale e dell’identità, spesso contribuendo ad una rigida classificazione di una moltitudine di esperienze in continuo divenire. D’altronde, proprio l’atto della categorizzazione costituisce una delle tecniche basilari utilizzate dal giurista per regolamentare determinati fenomeni.

L’articolo si interroga sulle potenzialità del diritto di scardinare, o quantomeno mettere in discussione, schemi giuridici ormai consolidati nella prassi e nel dibattito politico in relazione alla questione delle minoranze queer private della libertà personale. L’analisi prenderà in considerazione la riforma dell’ordinamento penitenziario, il cui iter legislativo si é recentemente concluso, la quale si prefigge di porre al centro della propria azione riformatrice il principio di dignità umana e il fine rieducativo della pena, basato sul trattamento individualizzante. 

Come citare il contributo in una bibliografia:
G. Zago, Declinazioni del principio di dignità umana per i detenuti queer: sessualità e identità di genere nel sistema penitenziario italiano, in Giurisprudenza Penale Web, 2019, 2-bis