La sentenza della Corte costituzionale n. 99/2019. Per un nuovo punto d’incontro tra giustizia e psichiatria.
in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 3 – ISSN 2499-846X
La sentenza della Corte Costituzionale n. 99/2019 relativa alle persone detenute nelle quali sia sopravvenuta una grave infermità psichica ha importanti conseguenze per i dipartimenti di salute mentale. Infatti, se il diritto alla salute non viene assicurato in carcere, nemmeno nelle apposite Articolazioni per la Salute Mentale, il Magistrato di Sorveglianza può disporre la detenzione domiciliare anche in luogo pubblico di cura, assistenza o accoglienza.
In questa eventualità risulta essenziale l’esplicitazione dei criteri per il riconoscimento della grave infermità psichica e per la sua valutazione mediante una procedura nonché la definizione delle modalità gestionali, delle ricadute operative sui dipartimenti di salute mentale e sulle responsabilità professionali.
La persona condannata, previa certificazione del Dipartimento di salute mentale di grave infermità psichica e predisposizione di programma terapeutico e di assistenza psichiatrica, può essere affidata in prova tramite un’ordinanza che indica anche le “prescrizioni” che la persona s’impegna a seguire. La definizione della “grave infermità psichica” e delle relazioni fra “prescrizioni” e “programma di cura” risulta essenziale per l’applicazione della legge.
Come citare il contributo in una bibliografia:
P. Pellegrini, La sentenza della Corte costituzionale n. 99/2019. Per un nuovo punto d’incontro tra giustizia e psichiatria, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 3