RegTech e Modelli 231: uno sguardo al futuro per un’esigenza presente.
in Giurisprudenza Penale Web, 2021, 1-bis – ISSN 2499-846X
di Andrea Vianelli e Francesca Valenti
Il contributo si focalizza, in via pragmatica e propositiva, sul fenomeno c.d. di Regulatory Technology (“RegTech”) e le sue applicazioni nei modelli di organizzazione, gestione e controllo (“Modelli”). L’adozione e l’aggiornamento dei Modelli non rappresenta solo un investimento in termini di good governance, immagine o di accesso al sistema premiale ex d.lgs. n. 231/2001, ma altresì uno strumento di efficientamento dell’ente, agevolandone l’accesso a gare pubbliche, a concessioni di finanziamenti pubblici, al mercato di capitali e al credito bancario.
A tal riguardo, le soluzioni RegTech, attraverso l’elaborazione dei dati normativi e l’automatizzazione dei processi di verifica e monitoraggio, semplificano e migliorano l’adozione e l’implementazione dei Modelli. Infatti, benché sia acclarata la primazia del settore finanziario nell’applicazione di soluzioni RegTech (e.g. procedure di KYC, risk&control analytics, fraud detection, autenticazione e gestione dei dati personali etc.), il RegTech si sta espandendo anche in settori non finanziari. Ciò è dovuto al complesso susseguirsi di disposizioni e protocolli a cui gli enti devono conformarsi per potersi esimere da responsabilità a proprio carico ed evitare ricadute sia economiche che reputazionali. Di fatto, il RegTech si pone come strumento di supporto pratico ed efficace che, grazie alla sua dinamicità, flessibilità e modellabilità, automatizza e riduce il margine del c.d. “errore umano” nello svolgimento di attività richiedenti un significativo impiego di risorse e tempo, come il monitoraggio della normativa, l’analisi dei rischi, la produzione di reportistica e l’inoltro di tali informazioni a soggetti terzi.
Come è noto, l’Organismo di Vigilanza (“OdV”) e il Modello sono i cardini di un sistema che deve essere calato nella realtà aziendale, efficacemente attuato e idoneo, in concreto, a prevenire malpractice e reati ritenuti rilevanti per l’operatività dell’ente in sede di mappatura del rischio. In termini di risk assessment, il RegTech agevola la gestione delle verifiche di conformità, automatizzando il monitoraggio di specifici profili di rischio e generando report grafici, tabellari e descrittivi di sintesi, analitici o di trend storico.
Inoltre, proponendosi quale strumento suppletivo e complementare all’OdV sia durante il set-up del Modello, in termini di governance e protocolli, che nelle fasi di monitoraggio e revisione, il RegTech ne rafforza i profili di imparzialità e indipendenza. Infine, agevola la trasparenza e la tracciabilità delle attività e delle procedure (ne si considerino anche i riflessi probatori) e favorisce la fruizione di training formativi sia in fase di ingresso alle dinamiche dell’ente, che su base continuativa. Concludendo, l’elaborato indaga le reali potenzialità del RegTech alla luce della possibile dotazione obbligatoria del Modello in un tessuto economico costellato di piccole e medie imprese in cui il bilancio costi-benefici riveste un ruolo di primaria importanza.
Come citare il contributo in una bibliografia:
A. Vianelli – F. Valenti, RegTech e Modelli 231: uno sguardo al futuro per un’esigenza presente, in Giurisprudenza Penale Web, 2021, 1-bis