La difficile linea di demarcazione tra i maltrattamenti in famiglia e le successive condotte persecutorie in danno dell’ex convivente
in Giurisprudenza Penale Web, 2023, 6 – ISSN 2499-846X
L’interprete è spesso costretto a tracciare l’esatto confine fra il delitto di maltrattamenti in famiglia e quello di stalking, allorché i comportamenti maltrattanti inizino coinvolgendo persone legate da una relazione connotata dalla stabilità dei loro rapporti di assistenza e solidarietà reciproche, dalla convivenza e, eventualmente, dal rapporto di coniugio, e proseguano, sottoforma di atti persecutori, dopo la interruzione della relazione affettiva e della convivenza de facto e/o de iure.
Dopo avere passato in rassegna i due principali indirizzi giurisprudenziali che si contendono il campo, saranno individuati e analizzati gli elementi che inducono a propendere per l’indirizzo esegetico secondo il quale le condotte vessatorie poste in essere ai danni del coniuge non più convivente, a seguito di separazione legale o di fatto, integrano il reato di maltrattamenti in famiglia e non quello di atti persecutori, se ed in quanto i vincoli nascenti dal coniugio o dalla filiazione permangano integri anche a seguito del venir meno della convivenza. E’ di contro ravvisabile il delitto di atti persecutori aggravato allorché la relazione qualificata o di fatto e la convivenza sussistenti in passato siano ormai cessate e i rapporti tra gli ex coniugi o conviventi o partner siano definitivamente interrotti, sì da non potersi parlare – né in senso tecnico e formale, né in senso atecnico ed informale – di “famiglia”
Come citare il contributo in una bibliografia:
U. D. Molina, La difficile linea di demarcazione tra i maltrattamenti in famiglia e le successive condotte persecutorie in danno dell’ex convivente, in Giurisprudenza Penale Web, 2023, 6