Sentenza Thyssenkrupp (Corte di Assise di Torino) e responsabilità da reato degli enti
Il lavoro prende le mosse da una premessa storica sulla responsabilità da reato degli enti prima e dopo il d.lgs. 231/2001. In particolare, ci si sofferma sulle soluzioni individuate dal legislatore al fine di superare il brocardo “societas delinquere non potest”, nonché la disposizione costituzionale che afferma la personalità della responsabilità penale, facendo cenno alle teorie della “finzione” e della “realtà”.
Si prendono in considerazione le tre ipotesi formulate con riferimento natura giuridica della responsabilità da reato degli enti e si analizzano, altresì, i principali articoli del predetto decreto legislativo.
Nella seconda parte l’Autrice si sofferma su uno dei casi più noti di applicazione del d.lgs. 231/01: la sentenza della Corte d’Assise di Torino che ha condannato, in primo grado, l’acciaieria Thyssen Krupp per l’omicidio di sette suoi lavoratori. In specie, l’elemento soggettivo contestato all’amministratore delegato della società è stato rinvenuto nel dolo eventuale, di cui si tracciano i profili distintivi rispetto alla colpa cosciente, facendo seguito alla disamina delle teorie “cognitive”, della probabilità e della possibilità, e “volitive”, dell’indifferenza e del consenso.
Ricordiamo che sulla vicenda Thyssen Krupp si è recentemente pronunciata la Corte di Cassazione a Sezioni Unite con la sentenza numero 38343 depositata il 18 settembre 2014