Il disastro ambientale (Tesi di laurea)
Prof. relatore: Giuseppe Amarelli
Ateneo: Università degli studi di Napoli Federico II
Anno accademico: 2014/2015
Scopo del presente lavoro è analizzare il reato c.d. di “disastro ambientale”. L’elaborato sviluppa la ricerca in quattro capitoli.
Nel primo capitolo abbiamo dato conto del concetto giuridico di ambiente e della sua rilevanza costituzionale. In particolare si è cercato di mettere in evidenza i legami che nella giurisprudenza e nell’elaborazione dottrinale sono stati evidenziati tra il bene giuridico ambiente ed il bene salute. Si è inoltre proposta una panoramica dell’attuale sistema di tutela penale dell’ambiente, delle sue peculiarità e delle sue criticità.
Nel secondo capitolo, dato uno sguardo al sistema penale di tutela dell’incolumità pubblica ed alle tecniche di incriminazione adottate dal legislatore, si analizza l’art. 434 c.p. rubricato “Crollo di costruzioni o altri disastri dolosi”. Esso, clausola di chiusura del Titolo VI del codice penale (Dei delitti contro l’incolumità pubblica), costituisce la base giuridica utilizzata dalla giurisprudenza di merito e di legittimità per contestare l’imputazione di “disastro ambientale” o “ecodisastro”. Tale contestazione a sua volta nasce dalle pressanti istanze di tutela provenienti dalla società a fronte di inquietanti e reiterate attività di contaminazione ambientale con conseguenti ripercussioni sulla salute pubblica. Per la sua formulazione, particolarmente evanescente in punto di tipicità, l’incriminazione di disastro innominato è stata negli anni oggetto di ampio dibattito in dottrina ed in giurisprudenza. Il risultato di tale dibattito, di cui pure si da conto, è l’elaborazione del concetto giuridico di disastro, argine rispetto all’arbitrio del giudicante.
Il terzo capitolo è il cuore della trattazione. Esso ricostruisce nella maniera più dettagliata possibile la fattispecie di disastro ambientale. Utilizzando un metodo induttivo si è realizzata una summa della variegata casistica giurisprudenziale che negli ultimi anni, a ritmi crescenti, ha applicato l’articolo in esame e si presenta al lettore, in forma analitica, il reato nelle sue componenti strutturali.
Il quarto ed ultimo capitolo nelle intenzioni originarie dello scrivente doveva essere dedicato al disegno di legge 1345/2013 – l’ennesimo- di riforma dei reati ambientali. L’approvazione del d.d.l. a firma Realacci, divenuto la legge n. 68 del 22 maggio 2015 ha reso necessario un repentino cambio di rotta. Il risultato è un primissimo commento al nuovo Titolo VI-bis del codice penale ed, in particolare, agli articoli 452-bis e 452-quater disciplinanti le fattispecie di “Inquinamento ambientale” e “Disastro ambientale”.