Processo nei confronti di Marco Cappato per il suicidio assistito di Dj Fabo

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a cura di Guido Stampanoni Bassi

Procedimento nei confronti di Marco Cappato per il suicidio assistito di Antoniani Fabiano (detto Fabo)
Corte di Assise di Milano, Sez. I, Presidente dott. Ilio Mannucci Pacini

Capo di imputazione:

Procedimento nei confronti di Marco Cappato, «imputato del reato p. e .p. dall’art. 580 c.p. per aver rafforzato il proposito suicidiario di Antoniani Fabiano (detto Fabo), affetto da tetraplegia e cecità a seguito di incidente stradale avvenuto il 13 giugno 2014, prospettandogli la possibilità di ottenere assistenza al suicidio presso la sede dell’associazione Dignitas, a Plaffikon in Svizzera, e attivandosi per mettere in contatto i familiari di Antoniani con la Dignitas fornendo loro materiale informativo; inoltre, per aver agevolato il suicidio dell’Antoniani, trasportandolo in auto presso la Dignitas in data 25 febbraio 2017, dove il suicidio si verificava il 27 febbraio 2017».


Cronologia:

Il 28 febbraio 2017 Marco Cappato si presentava presso i Carabinieri di Milano rappresentando che, nei giorni immediatamente precedenti, si era recato in Svizzera per accompagnare presso la sede della Dignitas Fabiano Antonani, che lì aveva programmato e poi dato corso al suo suicidio assistito.

Marco Cappato veniva così iscritto nel registro degli indagati da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano che, tuttavia, in data 2 maggio 2017, presentava nei confronti dell’indagato richiesta di archiviazione nella quale si proponeva un’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 580 c.p., tale per cui la condotta doveva ritenersi penalmente irrilevante.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, dott. Luigi Gargiulo, fissava udienza in camera di consiglio ai sensi dell’art. 409 c. 2 c.p.p., per la data del 6 luglio 2017. Nel corso dell’udienza, i pubblici ministeri presentavano una memoria per chiedere al Giudice di sollevare questione di legittimità costituzionale dell’art. 580 c.p. in relazione alla parte in cui incrimina la condotta di “partecipazione fisica” o “materiale” al suicidio altrui senza escludere la rilevanza penale della condotta di chi aiuta il malato terminale o irreversibile a porre fine alla propria vita, quando il malato stesso ritenga le sue condizioni di vita fonte di una lesione del suo diritto alla dignità. Anche la difesa di Marco Cappato presentava una memoria difensiva con la quale chiedeva di valutare la compatibilità dell’art. 580 c.p. con la nostra Carta Costituzionale.

In data 10 luglio 2017, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, dott. Luigi Gargiulo, rigettava le richieste avanzate dai pubblici ministeri e dalla difesa di Marco Cappato e imponeva alla Procura di formulare l’imputazione nei confronti di Marco Cappato per la fattispecie di aiuto al suicidio.

In data 5 settembre 2017, Marco Cappato chiedeva di essere giudicato con il rito immediato e, in data 18 settembre 2017, veniva emesso dal Tribunale di Milano il decreto che dispone il giudizio immediato con data di inizio fissata per l’8 novembre 2017 davanti alla prima sezione della Corte di Assise.

All’udienza dell’8 novembre 2017, la Corte di Assise ammetteva le prove richieste dalle parti, tra le quali anche il video integrale delle riprese della trasmissione televisiva Le Iene con l’ultima intervista a Fabiano Antonani che, su richiesta della Procura, verrà trasmessa in aula. La Corte rinviava alle udienze del 4 dicembre 2017 e del 13 dicembre 2017 per l’escussione dei testimoni. Clicca qui per accedere al video dell’udienza trasmesso da Radio Radicale.

All’udienza del 4 dicembre 2017 venivano sentiti come testimoni Riccardo Di Teodoro (Luogotenente dei Carabinieri), Valeria Imbrogno (fidanzata di Fabiano Antoniani), Carmen Carollo (mamma di Fabiano Antoniani), Anna Maria Francavilla (mamma di Valeria Imbrogno), Johnny Enriques (assistente medico di Fabiano Antoniani) e Antonio Rossetti (amico di Fabiano Antoniani). Clicca qui per accedere al video dell’udienza trasmesso da Radio Radicale.

All’udienza del 13 dicembre 2017 venivano sentiti come testimoni Giulio Golia (inviato del programma televisivo “Le iene”), Carlo Lorenzo Veneroni (medico della famiglia Antoniani), Maria Cristina Marenghi (consulente del pubblico ministero) e Mario Riccio (anestesista e rianimatore all’ospedale di Cremona). Si procedeva poi all’esame dell’imputato Marco Cappato e la Corte rinviava al 17 gennaio 2018 per le discussioni. Clicca qui per accedere al video dell’udienza trasmesso da Radio Radicale.

All’udienza di discussione del 17 gennaio 2018, la pubblica accusa chiedeva la assoluzione dell’imputato o, in subordine, di sollevare questione di legittimità costituzionale dell’art. 580 c.p (clicca qui per scaricare le note di udienza della Procura). Stessa richiesta veniva avanzata anche dalla difesa di Marco Cappato (clicca qui per scaricare le note di udienza della difesa di Marco Cappato). Clicca qui per accedere al video dell’udienza trasmesso da Radio Radicale.

All’udienza del 14 febbraio 2018, la Corte di Assise di Milano pronunciava ordinanza con cui sollevava questione di legittimità costituzionale dell’art. 580 c.p.

L’udienza davanti alla Corte Costituzionale si teneva in data 23 ottobre 2018 (clicca qui per scaricare le note di udienza della difesa di Marco Cappato).

All’esito dell’udienza, la Corte Costituzionale, rilevato che «l’attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti», al fine di «consentire in primo luogo al Parlamento di intervenire con un’appropriata disciplina» decideva di rinviare la trattazione della questione di costituzionalità dell’articolo 580 c.p. all’udienza del 24 settembre 2019 (clicca qui per scaricare il comunicato stampa della Corte Costituzionale).

La decisione della Corte Costituzionale (ordinanza n. 207/2018) veniva depositata il 16 novembre 2018.

All’udienza del 25 settembre 2019, la Corte Costituzionale riteneva fondata la questione (clicca qui per scaricare il comunicato stampa della Corte Costituzionale)

In data 22 novembre 2019, veniva depositata la sentenza n. 242/2019, con la quale la Corte Costituzionale dichiarava l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 c.p. «nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, con le modalità previste dagli artt. 1 e 2 della legge 22 dicembre 2017, n. 219 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento) – ovvero, quanto ai fatti anteriori alla pubblicazione della presente sentenza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, con modalità equivalenti nei sensi di cui in motivazione –, agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente».


Riepilogo documenti:


Materiali: